Pagliara - Chiesetta dell'Itria

Nella foto come era e come è oggi 
L'origine della parola " Itria " deriva dal latino " hydria, ae " che significa " vaso d'acqua ". Infatti, La Vergine Maria , la Madre di Gesù, ha anche l'attributo di " Madonna dell'Itria " , per essere come un vaso prezioso , ripieno dell'acqua della grazia divina e, quindi, colma di Spirito Santo, poichè il simbolo dell'acqua è indissolubilmente legato alla grazia del Paraclito. Il vocabolo " hydria " è anche usato nel Vangelo secondo Giovanni : e precisamente si legge nella seconda domenica dopo l'Epifania : Nozze di Cana. La venerabile e vetusta chiesetta rurale dell'Itria di Pagliara era racchiusa nel territorio della già diocesi archimandritale di Messina. Infatti, questa diocesi comprendeva, allora, le seguenti terre :
Interno

Savoca, Casalvecchio, Forza d'Agrò, Locadi, Pagliara, Mandanici, Alì, Itala, S.Angelo di Brolo, Salice, San Gregorio del Gesso o del Serro.

In tutte le chiese della suddetta diocesi si praticava il rito di Santa Romana Chiesa e anche quello della Chiesa Orientale, e cioè di s. Giovanni Crisostomo e di s. Basllio Magno. 

E, nella chiesetta dell'Itria di Pagliara, si celebrava, quindi, la messa di Pio V.

E, poichè, il cavaliere costantiniano Angelo Cascio da Roccalumera è ligio alla Tradizione, nella detta chiesetta, rispettandone, ad unguem, la storia liturgica, sarà celebrata la messa, sia in greco, da sacerdoti uniati ( uniti a Roma, non ortodossi ), sia in latino, con canti gregoriani.

Nella diocesi archimandritale di Messina, soltanto due erano le chiese dedicate alla Madonna dell'Itria: la prima, nel territorio di Pagliara; la seconda, sotto il titolo di " Nostra Signora dell'Itria ", a Forza d'Agrò.



Nella detta chiesetta rurale, in  stile greco e di rito anche greco, vi erano, e vi sono, i seguenti altari: 
l'altare maggiore, dedicato alla Madonna dell'Itria; di San Liberante;

del Santissimo Crocifisso.

" Il Fondador di chiese " , con il restauro della già chiesetta rurale dell'itria di Pagliara , si propone il preciso scopo di ricordare, di fare ricordare e di fare apprendere che la Santa Messa non è un simbolico pasto di festosa amicizia , ma è sacrificio di immolazione e di propiziazione , e che nell'Eucaristia vi è la Presenza Reale di N.S.Gesù Cristo. E, di conseguenza, si propone anche lo scopo di far capire che la Santa Messa non è una semplice commemorazione del sacrificio offerto sulla croce.

Commemorazione di carattere conviviale-storico-celebrativo, necessariamente accompagnata con ripetuti, chiassosi e ritmati canti, che, solamente, fanno battere le mani e muovere i piedi.

Canti che, ovviamente, non purificano i sensi, e, quindi, non elevano lo spirito verso il cielo. E, altresì, che la stessa chiesa non è u na sala da ricevimento , con animatori di piacevoli conviti.

Nella chiesetta dell'Itria di Pagliara, celebreranno le funzioni sacre sacerdoti di provata santità e dottrina , e di umiltà francescana ( le cose sante ai santi ).

Sacerdoti, altresì, di incrollabile ed inconcussa fede religiosa, e rispettosi, perchè non si son lasciati, e non si lasciano, prendere dalle lusinghe del modernismo, della quasi bimillenaria tradizione di Santa Romana Chiesa.

E che , quindi, si accostano all'altare di Dio , con purezza di sentimenti e con gaudio ( Introibo ad Altare Dei.Ad Deum qui laetificat juventutem meam ).

Appunto per questo, come dice il cavaliere Cascio, ci fanno immedesimare in quel clima liturgico, in cui il sacerdote celebrante, facendoci inoltrare là, ove l'eternità si incontra col tempo, presenta "il sacrificio del riscatto della nostra vita, con paura, timore e tremore ", unitamente alla recondita e ferma persuasione della infinità bontà e misericordia di Dio.

Questa venerabile e vetusta chiesetta rurale fu edificata sullo scorcio del XVI secolo, e fu dedicata a S. Maria dell'Itria. Agli inizi del XXI secolo, da un cavaliere costantiniano, e a sue proprie ed esclusive spese, fu, a maggior gloria di Dio e dei suoi santi, riedificata e restituita al prisco splendore , nella mistica vallata, profumata di zagara e di gelsomino, si diffonde, nuovamente, il suono della campana a gloria, annunziante la vittoria di Cristo.Cristo è Risorto!
Alleluia! Alleluia!
Angelo Cascio