Mandanici - Pellegrinaggio al Tindari

La Chiesa del Tindari
Fedeli nei secoli si parte per andare a rendere grazia e devoto omaggio filiale alla Madonna del Tindari, uniti come non mai nella Comunità dei credenti. Come ogni anno per effettuare il Pellegrinaggio non c'è niente di improvvisato ma ogni singolo dettaglio viene curato con estrema attenzione dal Presidente del Comitato Tindari, ruolo che anche per quest'anno è ricoperto da Roberto Crimi, pignolo fino all'inverosimile, organizzatore nato. Il 20 aprile Roberto con la sua jeep ha già visionato il tragitto per le montagne in terra battuta assicurandosi che lo stesso avesse tutte le condizioni per essere percorso in sicurezza, come pure ha controllato la casa del pellegrino dove troveranno ospitalità gratuita e il pernottamento nelle notti di venerdì e sabato.
Dopo le tante ripetute insistenze con Roberto siamo riusciti ad avere qualche notizia ufficiale in più rispetto a quanto ognuno di noi aveva da sempre “venduto”come vera utilizzando stracci di memoria collettiva, saltano così le informazioni fantasiose che lo vorrebbero fare risalire appena al 1871 con la storiella dei due compari uno di Mandanici, l'altro di Misserio. Finalmente le fonti scritte ci danno una mano, ci aiutano a dirimere almeno in parte la nostra legittima curiosità storica. Le interessanti notizie che Roberto è riuscito ad avere sono state fornite dal Rettore del Santuario Mariano don Antonino Gregorio che a sua volta è riuscito a reperire negli archivi di Firenze.

Forse non arriviamo al 1142, alcuni anni dopo la cacciata dei saraceni, quando i pellegrini venivano accolti “nell'ospitale ecclesie Bartholomei”, per ora in base alle notizie certe risulta che i pellegrini di Mandanici, almeno due secoli prima del 1896 vi si recavano come risulta dalle carte ritrovate e che i pellegrini di Savoca si recavano a Tindari insieme a quelli di Mandanici, come pure quelli di Pagliara fino al 1926,anno in cui hanno deciso di organizzare un loro autonomo pellegrinaggio. Abbiamo finalmente la certezza che alla fine del diciassettesimo secolo i nostri antenati si recavano in pellegrinaggio a Tindari. Non sembra più nemmeno una bufala quanto supponeva Ciccio Misiti che a suo dire si trattava di espiazione di penitenze durante la Santa inquisizione quando tutti i residenti delle nostre contrade furono obbligati a prestare la loro attività per la ricostruzione della nuova Chiesa nel 1598 dopo che la stessa era stata rasa al suolo da Rais Dragut nel 1544.Speriamo in un prossimo futuro di avere ulteriori certezze.Nel frattempo ringraziamo Roberto Crimi per l'impegno profuso nell'aver contribuito a portare alla luce questi nuovi brevi supporti di conoscenza.

La documentazione venuta alla luce si trova nel periodico quindicinale “IL TINDARI” dell'anno 1896 ove si legge alle pagine 65 e 66:” Il popolo di Mandanici nei giorni 8 e 9 corr. è concorso, col solito fervore, a venerare l'amata Signora. E' un omaggio annuale che quei pellegrini sodisfano a ricordo di benefizi avuti,un atto di grata riconoscenza, mantenuto invariato da due secoli. La mutabilità dei tempi,il contrario avvicendarsi degli eventi,per nulla hanno intaccato il sentimento religioso dei buoni Mandaniciani, che nelle domestiche mura tengono, al posto di oniore, l'effige della Bruna Madonna. E loro si uniscono al devoto viaggio gli abitanti delle terre e dei vicini villagi, memori delle avite tradizioni,eco fedele della voce dei padri,sempre viva nel sincero del loro animo. Il rullo sonoro di un tamburo annunzia che i pellegrini di Mandanici sono giu al Santuario,alla porta maggiore dell'atrio. Giocondo spettacolo di fede che conforta e richiama le epoche primitive dei Cristiani, formanti un'anima,un cuore solo! - Tutti stanno in ginocchio e pregando in particolare si avanzano,in tale positura,per la scalinata del Tempio e senza interrompere la doppia fila vanno a schierarsi innanzi alla Cappella della Vergine. Il pio atteggiamento dei pellegrini fa allora travedere le tenerezze del loro spirito; le lacrime di cui molti bagnano i marmi della balaustrata, il pavimento dell'altare, chiaramente palesano come l'ardore di quei figli è solo appagato nel sacro luogo. E si dimenticano in quell'ora le noie, le fatiche di lungo viaggio traverso i monti-unico pensiero godere ai piedi di Maria, invocandone con sospiri e gemiti, penitenze e preghiere l'efficace patrocinio!. L'assistenza dei pellegrini è continua alla Messe,mentre deposte le proprie oblazioni,soddisfatti i particolari voti, si accostano tutti ai Sacramenti e gran parte adempiono il precetto Pasquale. Mancando quest'anno gli abitanti di Savoca i pellegrini ascesero al centinaio. Auguriamo che tali pellegrinaggi si promuovano sempre con maggiore impegno, mantenendo salde le antiche tradizioni, che hanno giusta ragione d'origine e sono incentivo potente alla inconcussa pietà dei fedeli.”

Quello che ci arriva dal lontano 1896 potrebbe essere la fotografia fedele di uno dei pellegrinaggi di questi tempi.

L'altro documento si trova a pagina 10 del mensile “L'ECO del TINDARI” n.6 del giugno 1926 che pure integralmente trascriviamo:”Il secondo sabato di Maggio è stato solenne pel pellegrinaggio di Mandanici. Un numero di circa duecento pellegrini giungeva, come quello di Misserio-Casalvecchio, a piè della Vergine del Tindari dopo 24 ore di cammino a piedi attraverso ardue montagne e profonde vallate. L'ordine notevole e meraviglioso nel quale si è svolto quest'anno il detto pellegrinaggio devesi oltre alla viva e indiscussa fede dei pellegrini di Mandanici, alla sapiente organizzazione del Sig.Presidente Ernesto Lenzo fu Giuseppe e dei componenti la commissione Valenti Paolo, Di Leo Salvatore, Levini Ottavio, Ravidà Giuseppe, i quali per la prima volta hanno introdotto l'uso della tessera che ha dato ottimi risultati. Non si elogia abbastanza,per quanto si dice e si scrive,la tenera devozione di questo popolo verso la Gran Madre del Tindari. Come l'anno precedente,la sera dell'8 maggio verso le ore 20,30 la Commissione del Pellegrinaggio con il loro Presidente,le persone più notabili e i PP: del Santuario si sono riuniti e hanno discusso per lo sviluppo maggiore del loro pellegrinaggio. A questo pellegrinaggio si sono uniti una trentina di Pagliarini, veri devoti della Tindaritana Regina, i quali nella loro sincera devozione e nel loro vivo entusiasmo han deliberato di organizzare per conto proprio un altro edificante pellegrinaggio.”

Nelle notizie riguardanti Misserio del 1926 viene riconfermata la motivazione devozionale del pellegrinaggio voluta da quelle popolazioni in seguito all'invasione di formiche che devastarono le campagne.

Ritorniamo al pellegrinaggio del 2012. Il rito si svolgerà sempre nella seconda domenica di maggio con la consueta manifestazione di fede da parte dei mandanicesi affettuosi devoti figli mariani. In testa al corteo,come da secoli, il tamburo,poi lo stendardo raffigurante la Madonna del Tindari, poi i fedeli trasfigurati in viso sia per la stanchezza sia per l'intensità emotiva con la quale partecipano all'evento. Durante il lungo e duro tragitto che separa dalla meta sarà possibile ammirare scorci panoramici di rara bellezza, diversi l'uno dall'altro che danno la completezza della perfezione del creato.

Quando i fedeli fummiculari attraverseranno i centri abitati del versante tirrenico verranno cantate a squarciagola le lodi alla Madonna riprendendo la preghiera di sempre,la preghiera dei padri, la preghiera che fu dei nonni, e ancor prima dei nonni dei nonni.

Evviva la gran Signura Maria e ccu cchiù beni la voli, cchiù fotti la gghiama.

I giovani pur dimostrando rispetto per la religiosità dell'evento, lo vivono come momento sociale aggregante nel contesto di una sana scampagnata condivisa e saranno in tanti a partecipare. Fonte mandanici.net