Mandanici - Serata per la promozione dell'olio


16 Gennaio 2013 - Terza edizione della festa dell'olio, terzo successo ottenuto dall'Amministrazione comunale guidata dal Sindaco Armando Carpo. La manifestazione presentata dal dott. Mario Sarica fondatore del museo delle tradizioni popolari, musicali dei Peloritani, ha avuto inizio nei locali del museo etnoantropologico del SS.Salvatore dove si è esibito il gruppo di Galati Mamertino “Kalamos Ensemble”. Con i loro virtuosismi strumentali e vocali hanno strappato scroscianti applausi al numeroso pubblico presente tanto che il Sindaco si è dovuto scusare per aver lasciato all' impiedi tante persone. Sono stati veramente eccezionali e non sarebbe una cattiva idea riproporli nel periodo estivo. 
Finita l'esibizione dei Kalamos Ensemble i presenti hanno avuto la possibilità di visionare un documentario dal titolo “l'albero della vita” il ciclo dell'olio nella cultura contadina predisposto dall'ASCS Kiklos in collaborazione con il museo culturale musica popolare dei Peloritani. 

Il filmato non era girato dalle nostre parti,ma aveva con il nostro passato tante attinenze ma anche tante differenze. I nostri contadini per salire sugli olivi non hanno utilizzato mai scale, si arrampicavano a mani nude, e riuscivano a raggiungere,come uccelli, i rametti più distanti dal tronco principale per evitare che nemmeno un “cocciu” di oliva restasse sui rami. Le altre differenze li ha raccontati Domenico Sturiale e noi abbiamo il piacere di riproporveli “ …. detta pietra di macina veniva azionata da una vacca aggiogata all'estremità di una pertica in posizione orizzontale. Una estremità della pertica in questione veniva fissata alla pietra di macina,mentre all'altra,veniva aggiogata la bestia da tiro,che poteva essere un mulo,un cavallo oppure un somaro. Il padrone della bestia da tiro veniva chiamato “buaru”, cioè possessore di bue, e veniva retribuito come due frantoiani, quindi mentre il frantoiano veniva retribuito con un litro di olio al buaru ne spettavano due.....per la lavorazione specifica veniva scelta una persona di spiccate capacità intellettive,il quale era il “podestà” indiscusso delle operazioni relative all'opificio. Egli veniva chiamato il “mastru di pala” . Il suo lavoro consisteva nel mandare sotto la pietra di macina una quantità di olive commisurate alle capacità potenziali della stessa pietra,nel ritirare le olive macinate ridotte in poltiglia e nello stendere a riposare sulle falde del macinante tale poltiglia. Le olive trasformate in poltiglia fangosa venivano deposte sul macinante e,a tempo opportuno,insaccate nel vuoto di un contenitore circolare,detto sporta,e quindi torchiate...durante le operazioni di macina in un angolo dell'opificio vi era un apposito fornello alimentato a legna che aveva lo scopo di bollire una caldaia d'acqua, che veniva rovesciata in abbondanza sulla sansa da torchiare...la scolatura della sansa torchiata veniva convogliata in un attrezzo di doghe in legno detto tinello. In esso,dopo avere introdotto ancora acqua bollente e fatto riposare in giusta misura si compiva il miracolo....l'operazione di raccogliere l'olio riesumato era alquanto delicata.” Il quantitativo maggiore veniva raccolto con dei piccoli recipienti di latta, la parte più difficile veniva raccolta utilizzando i ciuffi delle canne detti SPIGA. 

Dopo questo assaggio culturale i presenti sono stati invitati nella Piazza Duomo ad assaggiare pietanze deliziose preparate con olio locale che, come sottolineava il Sindaco, è olio e non altro liquido. 

L'Assessore all'agricoltura Giulio Amati e tutta l'Amministrazione possono andare soddisfatti per la riuscita della manifestazione. Fonte mandanici.net